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  • Immagine del redattoreMassimo Altobello

Agricoltura e clima: crolla la produzione di vino

Aggiornamento: 23 gen 2020

Nel 2019 la produzione dell'agricoltura si è ridotta dell'1,3%. Lo rileva la stima preliminare dell'andamento del settore agricolo per l'anno appena trascorso presentata dall'Istat. In negativo la produzione di vino, diminuita del 12% dopo l'exploit del 2018. Il rapporto evidenzia diminuzioni rilevanti anche per frutta (-3%) e cereali (-2,6%). La flessione è stata determinata principalmente da fattori climatici sfavorevoli.


I cambiamenti climatici influenzano diversi settori e l'agricoltura è tra quelli maggiormente esposti. Secondo una ricerca effettuata dalla Fondazione Edmund Mach insieme all'Università di Trento e alla Fondazione Bruno Kessler, le modifiche al clima avranno un impatto sull'agricoltura più precoce di quello che si possa pensare.

In primo luogo, il cambiamento dell'assetto climatico immobilizza la produzione agricola poiché modifica il comportamento delle principali variabili che incidono sulle produzioni come le temperature (in aumento di 1,5-20C fino al 2050) e le precipitazioni (in riduzione come cumulati di pioggia); inoltre l'intensificazione delle incertezze e delle incognite rispetto al fisiologico livello di esposizione al rischio delle produzioni agricole è accompagnato da un aumento della vulnerabilità anche economica delle aziende, con effetti sugli andamenti di mercato (domanda/offerta, disponibilità di riserve, ecc.)


La questione climatica si ripercuote anche sulla sicurezza della catena alimentare, comportando criticità nella gestione della risorsa acqua e l’accelerazione della diffusione di malattie e contaminazioni nei prodotti agricoli e alimentari. La mancanza d’acqua avrà un grave impatto sulla produzione agricola e sul paesaggio europeo. Molte aree, specialmente nei paesi nel sud dell’UE, hanno praticato l’irrigazione per centinaia di anni come parte della propria tradizione agricola. Oggi è necessario rivedere le tecniche d’irrigazione, migliorare l'efficienza nell’uso dell’acqua e ridurne le perdite. Temperature e umidità più elevate causeranno anche il probabile aumento nella distribuzione e nell’intensità di parassiti, malattie ed erbe infestanti.

Tornando all'argormento vino, uno studio pubblicato su Agricultural and Forest Meteorology ha provato ad ipotizzare che cosa accadrà ai vigneti in Trentino tra oggi e la fine del secolo. Grazie al fatto che il catasto viticolo della provincia autonoma è geolocalizzato e che sono mappati anche i vitigni, è stato possibile prevedere l'andamento stagionale su quasi 26mila particelle vitate dove Merlot, Pinot nero e grigio e Sauvignon blanc sono le varietà più coltivate. In primo luogo, il ciclo vitale si accorcerà notevolmente. A fine secolo la vendemmia sarà fatta a fine luglio, invece che a fine agosto e le piante inizieranno a germogliare molto prima, già in aprile, con la conseguenza che le gelate primaverili potranno causare ingenti danni agli impianti. Inoltre, a causa delle temperature elevate anche durante le ore notturne, gli agricoltori porteranno in cantina uve calde che potrebbero dover essere raffreddate per controllare la fermentazione.


Insomma, gli agricoltori devono prepararsi a questo cambiamento, partendo dalla gestione dell'acqua. Serve una maggiore innovazione agricola per contrastare i rischi del cambiamento climatico. L'innovazione, la tecnologia e la digitalizzazione, se applicate all’agricoltura, possono rafforzare le azioni di contrasto al cambiamento climatico, incrementare la produzione e sostenere chiunque sia coinvolto nella catena del valore alimentare.


Soluzioni innovative come Hydramote e Meteomote possono già fare la differenza!



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