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  • Immagine del redattoreManiola Smart Sensing

Cos'è il Green New Deal e perché sarà sempre più necessario.

Si fa strada tra molti l'idea che la pandemia possa essere occasione per rivedere radicalmente il nostro modello sempre più insostenibile di crescita e di consumo. Nelle parole del Ministro Costa oggi leggiamo che la ripresa economica del Paese dopo l'emergenza coronavirus sarà "spinta verso il green", e gli investimenti attivati dal governo "devono avere la condizionalità green".


Un Green Deal sarà dunque sempre più necessario. Un grande progetto UE per la sostenibilità ambientale che possa trasformare il vecchio continente nel primo blocco di Paesi a impatto climatico zero entro il 2050. Un European Green Deal è un’opportunità chiave per strutturare una società capace di sostenere tanto il suo presente quanto il suo futuro.


Lo scorso 14 gennaio, il Parlamento UE ha approvato il piano di investimenti per concretizzare la trasformazione sostenibile degli Stati membri. Un progetto a cui l’Ue ha assegnato massima priorità nella sua agenda politica quinquennale predisponendo fino a 1.000 miliardi di euro a questo scopo.

Fonte: https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/european-green-deal-communication_en.pdf

Ma di cosa si tratta? Vediamolo insieme.


Il Green New Deal è un nuovo patto verde per affrontare con strumenti seri e programmati la sfida ambientale. Per la prima volta, una legge vincolante per tutti i Paesi UE ha sancito il raggiungimento della neutralità delle emissioni inquinanti entro il 2050. Tra gli obiettivi previsti dal piano:


  • Decarbonizzare il settore energetico, che rappresenta il 75% delle emissioni inquinanti.

  • Ripensare la mobilità in termini di sostenibilità. I trasporti sono responsabili per il 25% delle emissioni inquinanti nel continente.

  • Favorire la costruzione di nuovi edifici abitativi e la manutenzione di quelli esistenti in un’ottica di risparmio energetico.


Il cardine finanziario del piano è lo European Green Deal Investment Plan. Il suo scopo è sostenere e indirizzare le scelte a lungo termine degli investitori privati verso progetti “verdi”, capaci di generare crescita e nuove opportunità di lavoro. L'’idea chiave alla base è spostare la “finanza sostenibile” dalla periferia del sistema finanziario europeo al suo centro. Il piano, della portata di 1000 miliardi di euro, attingerà da tre fonti principali:


  1. Risorse specificatamente stanziate dal budget dell’unione (25% del totale del budget);

  2. Fondi provenienti dal preesistente InvestEU Fund (30% del totale del fondo);

  3. Fondi provenienti dalla Banca degli Investimenti Europei (BEI) (che, raddoppiando i suoi target climatici entro il 2025, diventerà di fatto la banca climatica europea).


Un secondo piano finanziario è il Just Transition Mechanism (JTM), che mira a prevenire eventuali contraccolpi interni, provenienti da quelle regioni dell’Unione più strutturalmente dipendenti da combustibili fossili e sistemi di produzione inquinanti e quindi più esposte ai rischi e ai costi di una transizione ecologica. Ad esempio, secondo dati Eurostat, Polonia, Olanda e Irlanda dipendono per oltre il 90% da fonti fossili e altri 7 stati per più dell’80%, tra i quali anche l'Italia. Questo dato offre un’idea dell’impegno necessario alla riconversione “impatto 0” dell’infrastruttura energetica nazionale. Un secondo indicatore è l’emissione totale di gas serra per stato. L'Agenzia Europea per l'Ambiente ha individuato una correlazione positiva evidente tra Pil ed emissioni ma ciò non deve lasciar pensare ad azioni unilaterali, da parte dei soli paesi più avanzati, ma impone un'azione coordinata tra tutti gli stati membri per raggiungere gli obiettivi posti.


Superata l'emergenza Covid-19, starà agli stati membri, dunque anche all'Italia, cogliere questa occasione di rinascita verde, pur con la piena consapevolezza che, come sostiene il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, “un'Europa verde non vedrà la luce dall’oggi al domani perché inserire la sostenibilità al centro del modo in cui investiamo richiede un cambio di mentalità.” Per la ripartenza, riproponiamo quanto riportato sul Business Insider. Bisogna supportare le Piccole Medie Imprese, cuore dell’economia della penisola, per investimenti di diversificazione o riconversione energetica, funzionali al contenimento dei costi operativi. Al contempo, sarà necessario promuovere l'utilizzo di fondi per la digitalizzazione delle imprese, per rinnovare i sistemi informatici e contribuire a un aumento della produttività. Infine, una terza opportunità consiste nell’investire sulla formazione dei lavoratori per costruire le competenze necessarie ad affrontare nuove mansioni e necessità lavorative a seguito della transizione ambientale.


Altra occasione che il sistema paese non dovrebbe farsi scappare è l’accesso ai fondi per la ricerca orientata allo sviluppo di tecnologie sostenibili, puntando sia sul miglioramento dei sistemi già esistenti ma a basso livello di maturazione, sia su nuove opportunità.



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